Secondo numerose ricerche scientifiche includere esperienze all’aperto nella nostra routine quotidiana permette di fronteggiare le difficoltà e problematiche di una vita iperconnessa e iperstimolata. Sembra scontato ma ce ne dimentichiamo costantemente e questo sta creando diversi problemi.
D’altra parte non è che ci svolgessero necessariamente team di ricercatori da tutto il mondo: la natura ci affascina fin dalla prima infanzia e, anche se viviamo nell’illusione di esserne superiori, ne siamo parte. Nasciamo e moriamo come qualsiasi altro essere vivente e questo dovrebbe bastarci per mantenere una certa consapevolezza del nostro ruolo di Homo Sapiens. Invece no, abbiamo bisogno di numeri e studi. E allora eccoci accontentati.
Prove scientifiche (per chi non crede ancora)
Oggi, con l’aiuto della scienza, stiamo iniziando a comprendere in modo più profondo questo legame. La ricerca sta gettando nuova luce sui benefici che apporta alla nostra vita, svelando come l’esposizione a contesti naturali possa avere effetti positivi sul cervello umano, diventando un potente antidoto contro i ritmi frenetici della contemporaneità.
Solo per citare un paio di studi, l’Università del Michigan ha evidenziato come l’ambiente naturale ci supporti nel recupero dalla fatica mentale, migliorando concentrazione e produttività. Può avere anche un impatto positivo nel trattamento di disturbi psicologici, portando allo sviluppo dell’ecopsicologia e pratiche come il Forest Bathing e il Grounding. In ambito medico, nel caso del Canada, è persino possibile prescrivere visite gratuite ai parchi nazionali.
Allora perché continuiamo a chiuderci nelle nostre routine fatte di uffici e mura? Come tornare ad apprezzare la bellezza e la potenzia di ciò che sta fuori dalla finestra?
Vedere la natura con il binocolo
La vita contemporanea ci porta a privilegiare ambienti urbani e tecnologicamente saturi, dove l’accesso immediato alle informazioni e la necessità di essere “connessi” prevalgono sulle esperienze nella natura.
Pensiamo solo al tempo passato ogni giorno al telefono. Sempre più app e dispositivi offrono la possibilità di monitorare l’utilizzo delle applicazioni. Durante i nostri corsi invitiamo spesso a un rapido controllo e le reazioni sono sempre le stesse: nessuno si sarebbe mai aspettato di aver passato in media 4 ore al giorno sul proprio smartphone.
Ciò non solo impoverisce la nostra esperienza sensoriale, ma produce anche effetti negativi sulla salute mentale e fisica. L’assenza di contatto regolare con alberi, prati, sole, mare, nuvole e montagne contribuisce a incrementare livelli di stress e ansia, diminuendo la qualità del sonno e riducendo la capacità di concentrazione. Non siamo stati progettati per restare 10 ore al giorno seduti a fissare uno schermo da 24 pollici e altre 4 a guardare video e chattare su un piccolo computer palmare che continuiamo a chiamare telefono.
Questo stile di vita, che porta con sé anche tanti benefici e che certamente ci fa vivere più riparati da intemperie, fiere e pericoli, ben seduti sulla nostra sedia ergonomica e con una temperatura tra i 18 e i 22 gradi in qualsiasi giorno dell’anno, produce tuttavia un disequilibrio. Nel mondo occidentale infatti è decisamente più facile ammalarsi o addirittura morire per troppi sedentarietà, eccesso di zuccheri e patologie stress-correlate che per il morso di un predatore. Ed è per questo che occorre implementare strategie e pratiche che possano aiutarci concretamente. Perché non cominciare alzandosi e muovendo due passi?
I benefici di un contatto naturale
Una semplice passeggiata in un parco può ridurre significativamente i livelli di cortisolo, l’ormone dello stress, migliorando l’umore e diminuendo i rischi di ansia e depressione. Il colore verde e gli odori naturali hanno inoltre un impatto calmante sul cervello, stimolando emozioni positive e aiutando a controllare l’aggressività.
La natura migliora anche la creatività e la capacità di affrontare le emozioni, offrendo un contesto silenzioso e tranquillo in cui poter riflettere. Luce solare e aria pulita sono essenziali per il nostro benessere, aumentando l’ossigeno nel sangue, rafforzando le ossa e prevenendo malattie. Il cervello umano è l’organo che consuma più ossigeno, il 20%, e quindi respirare bene è fondamentale anche per migliorare memoria, concentrazione e capacità di apprendimento.
Come ricostruire il rapporto
Ritrovare il contatto con la natura diventa parte di un viaggio per il nostro benessere. Quali sono le attività a nostra disposizione? Trascorrere del tempo all’aperto, come una passeggiata in un parco, esplorare sentieri naturali o godersi un picnic può avere un impatto positivo sul nostro umore.
Escursioni, trekking, arrampicata, canottaggio o ciclismo ci immergono nella natura e arricchiscono la nostra esperienza risvegliando fisicamente il corpo. Se vogliamo partire con qualcosa di più tranquillo possiamo coltivare un giardino, anche in spazi limitati, per connetterci al ciclo della vita e apprezzare la bellezza del prendersi cura di qualcosa.
La mindfulness praticata in ambienti naturali intensifica la consapevolezza sul rapporto con il mondo circostante. Esplorare nuovi luoghi e partecipare a progetti di conservazione ambientale ci permette di scoprire la diversità della natura e contribuire alla sua salvaguardia. Questi percorsi di disconnessione possono essere un’occasione anche per costruire nuove relazioni.
La riscoperta degli ambienti naturali non solo porta calma e ispirazione, ma anche una profonda gratitudine per la meraviglia che ci circonda, incentivando uno stile di vita più equilibrato e armonioso con l’ambiente.
Natura, corpi e menti in equilibrio
La natura non è solo un luogo da visitare, ma una componente essenziale della nostra esistenza, una fonte di equilibrio e serenità. Impegnandoci a riconnettersi con gli ambienti naturali, possiamo non solo migliorare la nostra salute fisica e mentale, ma anche arricchire la nostra esperienza umana, trovando pace e ispirazione.