Infobesità: affogare nell’era dell’informazione

La quantità di informazioni che proviamo a elaborare ogni giorno navigando online ci sta facendo ammalare. In questo articolo cerchiamo di fare luce sull’infobesità e le sue conseguenze sulla nostra mente e relazioni.

Ormai i minuti liberi da stimoli durante la nostra giornata si possono contare sulle dita di una mano. Ovunque ci rechiamo, fisicamente o digitalmente, siamo assaliti da informazioni che elaboriamo in modo più o meno cosciente. Questo diventa evidente soprattutto quando passiamo un’intera serata scrollando i nostri social, rimbalzando senza soluzione di continuità tra chat Whatsapp, canali Telegram, home di Instagram e centinaia di video su Tiktok.

Siamo costantemente bombardati da un flusso ininterrotto di informazioni provenienti da una vasta gamma di fonti dando vita a un fenomeno noto come “infobesità“, sempre più rilevante nella vita quotidiana. Sopraffatti da una quantità eccessiva di informazioni, diviene sempre più difficile selezionare, processare e comprendere ciò che ci viene proposto in ogni momento. Esploriamo quindi cosa si intenda per infobesità, come influisca sulle nostre vite e come evitarla.

Una sovrabbondanza di informazioni

Alvin Toffler, nel suo libro “Future Shock” del 1970, teorizzava già sull’abbondanza di informazioni e sulla velocità del cambiamento come causa di diversi problemi in continua crescita tra la popolazione anticipando il concetto di in esame. L’infobesità quindi giunge da lontano arrivando ad esplodere come con la rivoluzione digitale e della crescente connettività globale.

Se in passato l’accesso alle informazioni era prerogativa di alcuni ambiti e reso complesso da difficoltà materiali e fisiche, oggi con l’avvento di tecnologie connesse al mondo tutto quello che vogliamo è, almeno apparentemente, a portata di mano. L’accesso alle informazioni è diventato praticamente illimitato e in tempo reale. In pochi minuti possiamo entrare in contatto con decine di news e contenuti che vanno dalla politica al gossip passando dal mero intrattenimento a contenuti educational in un ambiente in cui fake news, reality show, approfondimenti culturali e vite da influencer si mischiano: un turbinio incontrollato sempre più difficile da arrestare.

infobesità

Ogni giorno, centinaia di milioni di articoli, post, video, podcast e milioni di altri contenuti vengono pubblicati, condivisi e ricondivisi. Questa sovrabbondanza mette a dura prova la nostra capacità di discernere ciò che è rilevante da ciò che non lo è. Come homo sapiens infatti non siamo ancora adattati a questa nuova era, l’iperstoria.

Le conseguenze dell’infobesità

Perché dovremmo rimpiangere i tempi in cui sapevamo di meno? Questa obiezione è tra le prime che vengono espresse quando trattiamo questo argomento. Infatti, grazie a una connessione costante, ci sentiamo maggiormente informati sul mondo che ci circonda.

Stiamo però trascurando alcuni aspetti che, nel lungo periodo, possono causare gravi difficoltà. Ricerche e studi hanno confermato che l’infobesità ha un impatto significativo sul nostro benessere psicologico, sulle nostre abitudini di consumo e sulle nostre relazioni sociali. Ecco le principali problematiche che emergono da una dieta incontrollata di stimoli digitali.

Stress e sovraccarico cognitivo

Ogni giorno sul luogo di lavoro riceviamo notifiche, nuovi aggiornamenti, elaboriamo compiti e programmiamo azioni future. Tornando a casa ci immergiamo nuovamente in una situazione analoga, unicamente differente per contenuti.

Quando siamo costantemente esposti a notizie, messaggi e dati, il nostro cervello può faticare nel cercare di elaborarli tutti e non di rado utilizza delle scorciatoie cognitive, bias, che possono indurci in inganno. Tale utilizzo di risorse nel tempo può portare a una frequenza maggiore di stati d’ansia e stanchezza mentale.

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Difficoltà nelle decisioni

Seguiamo un utente alla ricerca di un nuovo prodotto da acquistare online. Lo vediamo imbattersi in molte recensioni contrastanti su vari siti, ognuno dei quali afferma che un prodotto diverso è il migliore. Con così tante informazioni conflittuali, diventa estremamente complicato stabilire quale prodotto sia davvero il migliore.

Questo stesso meccanismo può riproporsi anche in situazioni più serie e delicate che influenzano scelte politiche e temi d’attualità. Con così tante fonti, stabilire quali siano affidabili e quali no diventa un ulteriore sfida che rischia di produrre indecisione e procrastinazione.

Isolamento sociale

Perché confrontarsi direttamente con qualcuno quando posso avere le risposte con una semplice ricerca? La sovrabbondanza di informazioni non ha effetti unicamente personali, ma interessa anche le relazioni. Perdersi in un mare di informazioni può portare all’allontanamento di amici e familiari, poiché sempre meno stimolanti a confronto del mondo offerto dal proprio smartphone.

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Conoscere per cambiare

L’infobesità è diventata una dei principali pericoli della nostra vita digitale. Esattamente come in una dieta alimentare è fondamentale gestire e regolare l’apporto di informazioni per preservare il nostro benessere psicologico, migliorare la nostra capacità decisionale e mantenere relazioni sociali sane.

La comprensione dell’enorme quantità di dati e contenuti prodotti ogni giorno è uno dei primi approcci nei nostri progetti di Digital Detox Design. Se vuoi conoscere e approfondire questo argomento all’interno della tua azienda, possiamo sviluppare un percorso personalizzato per le tue esigenze di benessere digitale.